Museo di Storia della Fisica image/jpeg (137546 bytes) Image PHAIDRA University of Padova http://phaidra.cab.unipd.it/o:72044 hdl:11168/11.72044 Camera ottica, pre-cinema Camera ottica prima metà, sec. XVIII All rights reserved Per l'immagine ad alta risoluzione, rivolgersi al Museo di Storia della Fisica museo.fisica@unipd.it Nel dicembre 1738, subito dopo l’istituzione della cattedra di Filosofia Sperimentale, Giovanni Francesco Morosini, uno dei Riformatori dello Studio di Padova, avviò le trattative per dotare la nuova cattedra di alcuni strumenti che intendeva acquistare presso gli eredi di un patrizio veneziano, Cristino Martinelli. Si avvalse dapprima della consulenza di Bernardino Zendrini, pubblico matematico e sovrintendente alle acque della Repubblica di Venezia, ma fu poi Giovanni Poleni a seguire la pratica a partire dai primi giorni di febbraio 1739, non appena venne scelto per occupare la nuova cattedra. Lo studioso si occupò della scelta degli oggetti e delle questioni pratiche, dal restauro al trasporto degli apparati di Martinelli, avvalendosi però sempre dell’aiuto di Zendrini, che si trovava sul posto a Venezia. Cinque strumenti, tra i quali questa camera ottica, vennero così ufficialmente acquistati il 25 marzo 1739 per le nuove lezioni di fisica sperimentale. Giovanni Poleni descrisse la presente camera nel suo "Indice delle Machine", dove annotava ogni nuovo strumento acquisito, come “Una camera optica lunga pollici ventiquattro, alta pollici dodeci e linee quattro, di legno di noce. Con due specchi piani, uno di metallo e l'altro di cristallo e con una lente convessa. V.1. L'Ecc.mo Magistrato le comprò dalli N.N.H.H Martinelli.” All’interno della camera, si trova uno specchio metallico posto a 25° rispetto all’orizzontale e, al di sopra dello specchio, è fissata una lastra di vetro inclinata di 50° rispetto allo specchio (la lastra di vetro non è originale). Entrando nella camera, la luce viene riflessa dallo specchio sulla lastra di vetro e, ponendo un foglio di carta sulla lastra stessa, si può osservare ed eventualmente disegnare l’immagine del paesaggio o degli oggetti esterni. Una lente convessa, inserita in un tubo di cartone e legno da cui la luce entra nella camera, permette la messa a fuoco dell'immagine. Un'altra lente è fissata sul coperchio della camera ottica per verificare la messa a fuoco dell’immagine a camera chiusa. Uno dei pannelli di legno laterali della camera non è originale. Università di Padova - Museo di Storia della Fisica (Conservator) http://phaidra.cab.unipd.it/o:74181 http://phaidra.cab.unipd.it/o:74187