Università di Padova - Museo di Storia della Fisica (Conservator) Museo di Storia della Fisica Si tratta di un modello rarissimo per costruzione e dimensioni e, a quanto sembra, l’unico esemplare sopravvissuto di microscopio firmato da Eustachio Divini. Il presente microscopio potrebbe corrispondere al modello proposto da Divini negli anni 1660, anche se manca l’innovativo sistema oculare proposto in quegli anni da Divini, costituito da due lente piano-convesse toccantisi dalla parte convessa. Precisiamo peraltro che il microscopio fu probabilmente ritoccato nel Settecento, visto che Poleni lo descrive, al momento dell’acquisto, come “nè vetri rotto”. L’autore di questo microscopio, Eustachio Divini fu uno dei più grandi costruttori di strumenti ottici nell’Europa del Seicento. Nato a San Severino Marche, si stabilì a Roma intorno al 1646, dedicandosi da quel momento alla lavorazione di lenti e alla realizzazione di strumenti ottici, e acquistò poco a poco una solida fama. Le innovazioni proposte da Divini nel campo della microscopia furono citate da famosi autori del Seicento, quali C.A. Manzini e G. Schott, e rilevate in riviste prestigiose, quali le “Philosophical Transactions” della Royal Society di Londra. Sia Marcello Malpighi (1628-1694) che Francesco Redi (1626-1697) utilizzarono microscopi costruiti da Divini per le loro osservazioni.Il corpo del microscopio è composto dalla combinazione di quattro tubi di cartone ricoperti di carta pergamena verde con filettature decorative d’oro. Ogni tubo è leggermente più largo del tubo sottostante, e i vari tubi possono quindi scorrere uno sull’altro. Secondo l’estensione data al microscopio, se ne modificava il potere ingrandente (indicato sui bordi dei vari tubi dai numeri I, II, III, IV). La parte inferiore del corpo del microscopio porta una spirale di cartone, rivestita anch’essa di pergamena verde, il che permetteva di avvitare il corpo del microscopio nel cilindro di cartone fissato al treppiede in ottone. Era così possibile mettere a fuoco l’oggetto da osservare, alzando e abbassando l’intero microscopio. L’oculare, costituito da una lente biconvessa, è incastonato in una montatura di legno fissata vicino all’estremità superiore del microscopio ed è protetto da un tappo di legno filettato. L’obbiettivo, consistente anch’esso in una lente biconvessa, è invece montato in un piccolo tubo di ottone fissato sotto il microscopio. Su questo piccolo tubo, filettato all’esterno, poteva essere avvitato un altro tubo, ora perduto, che fungeva da porta-oggetti. Microscopio composto Per l'immagine ad alta risoluzione, rivolgersi al Museo di Storia della Fisica museo.fisica@unipd.it image/jpeg (579398 bytes) All rights reserved http://phaidra.cab.unipd.it/o:74181 Microscopio composto hdl:11168/11.72071 https://phaidra.cab.unipd.it/o:72071 Image PHAIDRA University of Padua 1671