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Università degli Studi di Padova

PHAIDRA – Collezioni digitali



Totus Livius - Manoscritti liviani digitalizzati

Oggetti della collezione: (3)


Prima decade
o:383870
Terza decade
o:383871
Quarta decade
o:383872

Totus Livius - Manoscritti liviani digitalizzati

Descrizione

Fin dall'epoca della loro composizione, la trasmissione dei 142 Ab urbe condita libri di Livio avvenne per gruppi di 10 libri, che ebbero perciò destini assai diversi.
L'opera circolò nella sua interezza fino almeno al tramonto dell'antichità, quando attorno all'anno 400 i membri di due importanti famiglie pagane, i Simmachi e i Nicomachi, ne allestirono una copia che, almeno nelle loro intenzioni, doveva essere completa. Rispetto ad altri autori classici, la circolazione di Livio in epoca tardo antica è eccezionalmente ben documentata: sopravvivono svariati testimoni tardo-antichi (V sec.), alcuni quasi completi e, perciò, di straordinario valore storico.

LA PRIMA DECADE
La quasi totalità dei circa 200 manoscritti oggi conservati contenenti la prima decade derivano dalla copia allestita dai Nicomachi in epoca tardo-antica, oggi perduta. Nello stesso torno d'anni circolavano certamente altre copie della prima decade, di cui tuttavia non si conservano discendenti (se mai ne hanno avuti) e che sopravvivono oggi in soli due testimoni: un frammento di papiro scoperto a Ossirinco, in Egitto (Oxford, Bodleian Library, Lat. class. f 5 = P. Oxy. 11, 1379), e alcuni fascicoli di un manoscritto membranaceo oggi a Verona (Biblioteca Capitolare, XL). Alcuni manoscritti discesi dall'edizione nicomachea conservano una serie di sottoscrizioni (formule conclusive la conclusione del lavoro di copiatura e correzione) poste a chiusura dei singoli libri, nelle quali si menzionano diversi membri della famiglia coinvolti. I più antichi discendenti dell'edizione nicomachea emergono tra il IX e il X sec. a Tours e in area francese, nel nord Italia e in area germanica.

LA TERZA DECADE
Come nel caso della prima decade, anche i manoscritti della terza decade discendono in gran parte da un'unica copia tardo-antica, che in questo caso sopravvive (il cosiddetto codex Puteaneus (P): Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 5730). Per i libri 26-30, sopravvivono tracce frammentarie di un ramo di tradizione diversa da quella del puteaneus, che gli studiosi sono soliti identificare come 'tradizione spirense', poiché scoperta per la prima volta in un manoscritto conservato a Spira (Germania), agli inizi del XVI sec. Il più antico discendente di P risale all'anno 800 circa, copiato a Tours e la sua tradizione rimase essenzialmente limitata alla Francia fino al XII sec. A partire dalla metà del XII sec. la tradizione emerge in Italia, dove darà vita a decine di discendenti.

LA QUARTA DECADE
Anche i manoscritti della quarta decade discendono, in larga misura, dal discendente di una copia tardo-antica che sopravvive oggi in stato frammentario a Bamberg, Staatsbibliothek, Msc. Class. 35a (F). La copia di F da cui discende la maggior parte della tradizione aveva perduto il libro 33 e la fine del libro 40, che sono emersi grazie alla scoperta di un manoscritto oggi perduto, conservato a Mainz (codex Moguntinus) e di un altro manoscritto di Bamberg (B: Staatsbibliothek, Msc. Class. 35), il primo usato da Nicholas Carbachius nella sua edizione del 1519, il secondo da Gaspar Lusignanus nella sua edizione del 1616.

I LIBRI 41-45
La prima metà della quinta decade è nota grazie a un unico manoscritto copiato in Italia nel V sec., oggi conservato a Vienna (Österreichischen Nationalbibliothek, Lat. 15), che conteneva originariamente l'intera decade. Dopo un soggiorno in Olanda, il manoscritto è approdato a Lorsch (Germania) dove è stato scoperto nel 1519 dall'umanista Simon Grynaeus, che lo usò per l'editio princeps del 1513.

Persone


Titus Livius (Autore)

Soggetto


• Tito Livio; totuslivius
• Dewey Decimal Classification -- Literature & rhetoric (800) -- Italic literatures; Latin literature (870)

Lingua:

Latino