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Università degli Studi di Padova

PHAIDRA – Collezioni digitali



Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 5690

Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 5690

Descrizione

Manoscritto membranaceo contenente prima, terza e quarta decade. La quarta decade manca del libro 33 e si interrompe a 40, 37, 3 'et per omnia fora conciliabulaque edixerunt'. Appartenuto prima a Landolfo Colonna (DBI, vol. 27, 1982), poi a Petrarca, che lo acquistò ad Avignone nel 1351 dopo averlo a lungo posseduto (f. 367r). È il manoscritto siglato L (Landolfianus) dagli editori della terza decade e della quarta decade. Il manoscritto riveste una certa importanza per la costituzione del testo della terza decade, dal momento che reca tracce della cosiddetta tradizione spirense, alternativa all'archetipo P (Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 5730), benché gravemente contaminate dalla tradizione principale. Le decadi liviane sono precedute dall'Ephemeris belli Troiani e dall'Epitome di Floro.

BIBLIOGRAFIA
- G. Billanovich, Petrarch and the Textual Tradition of Livy, "Journal of the Warburg and Courtald Institutes" 14, 1951, 137- 208
- G. Billanovich, La tradizione del testo di Livio e le origini dell'Umanesimo, vol. I: Tradizione e fortuna di Livio tra Medioevo e Umanesimo, Padova 1981
- M. Miglio, voce Colonna, Landolfo, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, vol. 27, 1982, 349-352
- M. D. Reeve, The Transmission of Livy 26-40, “Rivista di filologia e istruzione classica” 114, 1986, 129-172
- M. D. Reeve, The Third Decade of Livy in Italy: the Spirensian Tradition, “Rivista di Filologia e Istruzione Classica” 115, 1987, 405-440
-S. P. Oakley, A Commentary on Livy, books 6-10, vol. 1, Oxford 1997, 162, 180-183, 248-249
- M. D. Reeve, The vetus Carnotensis of Livy unmasked, in Diggle, J. – Hall, J. B. – Jocelyn, H. D. (eds.), Studies in Latin literature and its tradition in honour of C. O. Brink, Cambridge 1998, 97-112
- M. T. Gousset, scheda in M. Righetti Tosti-Croce (a cura di), Bonifacio VIII e il suo tempo. Anno 1300 il primo giubileo, catalogo della mostra (Roma, Palazzo di Venezia, 12 aprile-16 luglio 2000), Milano 2000, 226-228
- M. De Franchis, Le livre 30 de Tite-Live et la double tradition des livres 26 à 30 (= Livy’s book 30 and double tradition of books 26-30), “Revue de Philologie, de Littérature et d’Histoire Anciennes” 74, fasc. 1, 2000, 18-40
- S. P. Oakley, Notes on the text of Livy, books 26-30, in Millett, P. – Oakley, S. P. – Thompson, R. J. E. (eds.), Ratio et res ipsa. Classical essays presented by former pupils to James Diggle on his retirement, Cambridge 2011, 167-180

ILLUSTRAZIONE
Il manoscritto presenta il testo su due colonne copiato in littera textualis e decorato da iniziali con corpo rosa e terminazioni fogliacee su campo esterno blu nei libri del Bellum Troianum di Ditti Cretese (ff. 1r-20v) e della Bellorum Romanorum Epitoma di Floro (ff. 20v-41v). Le decadi liviane (ff. 43r-365v) sono ornate da miniature su fondo oro in apertura dei singoli libri, iniziali decorate e/o figurate con corpo rosa su fondo oro e fregi fogliacei abitati da animali o figure antropomorfe che decorano i margini laterali e centrali dei fogli.
L’allestimento del Livio di Parigi è stato a lungo dibattuto dagli storici dell’arte che hanno proposto soluzioni divergenti circa la datazione del codice, proposta tra gli ultimi decenni del Duecento e gli anni venti del Trecento, e la sua localizzazione tra Avignone, Napoli e Roma (Zanichelli 2004). Secondo l’ipotesi più accreditata, la realizzazione dell’apparato miniato del manoscritto è opera di quattro miniatori attivi in una bottega romana che operano in due fasi entro il primo decennio del XIV secolo, non necessariamente eseguite in tempi distanti tra loro. Il Primo Maestro del Livio, identificato con il Maestro del Messale di Salerno, è responsabile della decorazione della silloge storica (Ditti Cretese e Floro) e della decade prima (ff. 1r-165v), caratterizzata da un repertorio ornamentale che risente dell’influenza della miniatura bolognese, umbra e napoletana attestata nella produzione libraria romana tardoduecentesca (Manzari 2016). Gli altri collaboratori sono responsabili dell’illustrazione della parte restante del codice (ff. 169r-365v) e si ispirano alla cultura romano-assisiate di inizio Trecento, prediligendo le scene a vignetta rettangolare tipiche dei codici epico-cavallereschi. Il Secondo Maestro tenta di imitare lo stile del miniatore principale o Primo Maestro (fascicoli 18-19, 23-25, 28-36 e dei ff. 169r, 179r, 222r, 233v, 246r, 277r, 287v, 295v, 306r, 315v, 323v, 335v, 348r, 358v); il Terzo Maestro, autore delle miniature nei ff. 191r, 201r, 211v, 257v e 266v (fascicoli 20-22 e 26-27), si distingue dagli altri per la vicinanza alla cultura artistica cavalliniana e per l’attenzione al dato archeologico; il Quarto Maestro realizza le iniziali decorate e i fregi marginali che corredano le miniature del Terzo Maestro e il f. 348r (Avril-Gousset 1984; Gousset 2000).
Si tratta di un testimone liviano di rilievo e di eccezionale importanza per la ricchezza dell’apparato miniato, in quanto rappresenta il più antico tentativo di illustrare in chiave medievale gli episodi delle decadi liviane in stretto rapporto con il testo narrato. Il lussuoso codice parigino, commissionato da Landolfo Colonna, rappresenta una vera e propria enciclopedia storica funzionale a un programma di celebrazione culturale e affermazione politica del committente in qualità di aristocratico romano e funzionario della curia pontificia ad Avignone (Ciccuto 2012).

BIBLIOGRAFIA
- F. Avril – M. T. Gousset, scheda in F. Avril – M.T. Gousset – C. Rabel (éd.), Manuscrits enluminés d’origine italienne, vol. 2: XIIIe siècle, Paris 1984, 139-142, cat. n. 166
-F. Bologna, Il “Tito Livio” n. 5690 della Bibliothèque Nationale di Parigi, in Gli Angioini di Napoli e di Ungheria, atti del colloquio italo-ungherese (Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 23-24 maggio 1972), Roma 1974, 41-116
-M. Ciccuto, Fatti romani del Tito Livio Colonna, in Ciccuto, M. – Crevatin, G. – Fenzi, E. (a cura di), Reliquiarum servator. Il manoscritto Parigino latino 5690 e la storia di Roma nel Livio dei Colonna e di Francesco Petrarca, Pisa 2012, 11-58
-M. T. Gousset, scheda in M. Righetti Tosti-Croce (a cura di), Bonifacio VIII e il suo tempo. Anno 1300 il primo giubileo, catalogo della mostra (Roma, Palazzo di Venezia, 12 aprile-16 luglio 2000), Milano 2000, 226-228
-F. Manzari, Presenze di miniatori e codici miniati nella Roma del Trecento, in S. Maddalo – E. Ponzi (a cura di), Il libro miniato a Roma nel Duecento. Riflessioni e proposte, vol. 1, (Nuovi studi storici 100), Roma 2016, 615-646
-A. Perriccioli Saggese, Illustrazioni di storia nei codici miniati a Napoli tra Duecento e Trecento: riflessioni sullo stato degli studi, in A.C. Quintavalle (a cura di), Medioevo: il tempo degli antichi, atti del convegno internazionale di studi (Parma, 24-28 settembre 2003), (I Convegni di Parma 6), Milano 2006, 547-556
-G. Zanichelli, voce Maestri del Livio del Petrarca (ms. Lat. 5690), in M. Bollati (a cura di), “Dizionario biografico dei miniatori italiani, secoli IX-XVI”, Milano 2004, 434-437

Descrizione delle miniature:
f. 43r: Tito Livio scrive opera e la offre all'imperatore (Liv. praef.,1)
f. 43v: Distruzione di Troia; Arrivo di Antenore in Veneto e di Enea in Lazio (Liv. 1,1)
f. 56r: Istituzione dei primi consoli; Bruto e i nobili cacciano Tarquino Collatino (Liv. 2,1-2)
f. 70r: Guerra contro gli Equi; Elezione dei consoli Tito Emilio e Quinzio Fabio (Liv. 3,1)
f. 86r: Discussione tra senatori e tributi circa il matrimonio tra patrizi e plebei (Liv. 4,1-2)
f. 99v: Assedio di Veio (Liv. 5,1)
f. 111v: Ricostruzione di Roma dopo l'invasione dei Galli (sacco di Roma 387 a.C) (Liv. 6,1)
f. 122r: Istituzione del primo pretore e del primo edile (Liv. 7,1)
f. 132r: Consoli ricevono i messaggeri da Setio e da Norba (Liv. 8,1-2)
f. 142r: Messaggeri romani davanti a Ponzio, generale dei Sanniti (Liv. 9,4-5)
f. 154r: Consoli ordinano di colonizzare Sora e Alba (Liv. 10,1)
f. 169r: Battaglia tra romani e cartaginesi; Amicare e figlio Annibale assistono al sacrificio (Liv. 21,1)
f. 179r: Annibale attraversa l'Appennino (Liv. 22,1)
f. 191r: Battaglia tra romani e cartaginesi a Napoli; Ritirata dei cartaginesi via mare o arrivo di Annibale (Liv. 23,1-3)
f. 201r: Assedio di Locri (o Crotone?) (Liv. 24,1)
f. 211v: Scontro equestre tra romani e cartaginesi (Liv. 25,1)
f. 222r: Presa di Capua; Consoli convocano i senatori a consiglio (Liv. 26,2-3)
f. 233v: Battaglia equestre tra romani e cartaginesi a Erdonea (Liv. 27,1)
f. 246r: Romani assediano l’accampamento cartaginese in Spagna; Attraversata di Asdrubale (Liv. 28)
f. 257v: Romani guidati da Scipione attraversano il mare in direzione Africa (Liv. 29, )
f. 266v: Costruzione di fortificazioni per proteggere Cartagine (Liv. 30,9)
f. 277r: Tito Livio intento a scrivere l’opera (Liv. 31,1); Viaggio di due giovani arcaniani ad Atene (Liv. 31,4)
f. 287v: Prodigio del cavallo a cinque zampe e di tre galli con tre zampe ciascuno raccontati dal vicepretore Quinzio Minuzio (Liv. 32,1)
f. 295v: Protesta femminile contro la lex Oppia (Liv. 34,1-8)
f. 306r: Battaglia tra romani e ispanici (lusitani) (Liv. 35,1)
f. 315v: Sacrificio offerto in occasione dell'elezione di nuovi consoli P. Cornelio Scipione e M. Acilio Glabrione (Liv. 36,1)
f. 323v: Ambasciatori degli Etoli con la richiesta di pace a Roma (Liv. 37,1)
f. 335v: Abitanti di Argitea ricevono un messaggio dal loro re Aminandro catturato in precedenza (Liv. 38,1)
f. 348r: Guerra dei romani in Liguria (Liv. 39,1)
f. 358v: Filippo V di Macedonia riceve un messaggio dai romani (Liv. 40,2)

Persone


Titus Livius (Autore)
Landolfo Colonna (Dedicatario)
Maestri del Livio del Petrarca (Miniatore)
Francesco Petrarca (Precedente proprietario)

Luogo/Tempo


1301-1310
Roma (?)

Formato


application/pdf (504.65 MB)
manoscritto (altezza: 360 mm, larghezza: 255 mm)

Soggetto


• Tito Livio; prima decade; terza decade; quarta decade; totuslivius
• Livy; first decade; third decade; fourth decade; totuslivius

Lingua:

Latino

Diritti:

© Tutti i diritti riservati