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Università degli Studi di Padova

PHAIDRA – Collezioni digitali



Fanfulla della Domenica

Testata del primo numero del Fanfulla della Domenica
Testata del primo numero del Fanfulla della Domenica. Fonte: Digiteca di Roma, Fanfulla della Domenica, anno 1879-1, n. 1, p. 1

Il Fanfulla della Domenica, supplemento domenicale del quotidiano Fanfulla (Firenze, 17 giugno 1870), fu fondato da Ferdinando Martini nel 1879 a Roma. Nati in un periodo in cui allegare il supplemento letterario domenicale era uno dei fenomeni più alla moda nell’ambiente delle pubblicazioni giornalistiche e letterarie, sono ricordati entrambi “per aver impresso un nuovo carattere al giornalismo informativo e culturale” italiano; soprattutto il Fanfulla della Domenica “segnò una specie di nuovo corso nella stampa italiana, fino ad allora relegata quasi esclusivamente all’ufficio di polemica politica”.

Editoriale di Ferdinando Martini
Il proprietario del quotidiano Fanfulla, il Commendator Oblieght (Ernesto Emanuele, Budapest, 1838 - Roma, 1900), era un personaggio che rappresentava bene il nuovo ceto imprenditoriale, speculatore e affaristico, che andava formandosi nell’Italia post-unitaria: di origini ebraico-ungheresi, era giunto in Italia da giovane e, dopo un inizio nel campo pubblicitario, aveva acquisito rapidamente 6 testate giornalistiche tra Milano e Roma. Ferdinando Martini (Firenze, 1841 - Monsummano Terme (PT), 1928), già parlamentare dal 1876 e con esperienze come autore di testi teatrali, aveva imparato il mestiere di giornalista proprio scrivendo sul Fanfulla. Oblieght, quindi, gli propose di fondare e dirigere il supplemento domenicale che nacque il 27 luglio 1879 con un taglio forte e ben caratterizzato fin dal primo numero. Ecco un estratto dell’editoriale del Martini, intitolato Patti chiari, amici cari: «Libertà piena: ma badiamo, che l’arte rimanga arte; e che la libertà non sia una scusa per far a meno del gusto, della logica, della sintassi, del senso comune. Anche una sciocchezza non mai detta è una novità; ma noi non siamo disposti, sol perché è nuova, a farle buon viso».

L’obiettivo principale del quotidiano Fanfulla era quello di “assicurare ai suoi lettori «varietà e diletto»” evitando la politica e questioni parlamentari che occupavano gran parte delle altre pubblicazioni. I suoi fondatori non erano rappresentazione di partiti politici e potevano garantire una solida competenza di stampo giornalistico e intellettuale, che mancava alla maggior parte dei periodici italiani dell’epoca.

Bicentenario di Gasparo Gozzi
Bicentenario di Gasparo Gozzi. Fonte: Phaidra, Collezione Fanfulla della Domenica, anno 1913-35, numero 49, p. 1
Per quanto riguarda il supplemento, inoltre, Martini era convinto che il FdD “se non poteva porre un argine al dilagare delle «turpitudini liriche e narrative» che sommergevano l’Italia, doveva almeno denunciare le compiacenze di certa critica leggera o venduta e di certi giornali, mettendosi al servizio del pubblico piuttosto che degli uomini di penna” e avrebbe dovuto distinguersi dalle numerose riviste culturali che si occupavano dei più disparati argomenti “dalla cultura femminile, all’elevazione delle masse, dal virulento proselitismo cattolico alla coltivazione del baco da seta”.

L’energia, il brio, i patti chiari del suo fondatore, però, cominciarono a subire i primi colpi fin dal 1882, quando Oblieght decise di vendere i suoi 6 giornali, e quindi anche il FdD, ad una società finanziaria francese d’ispirazione clericale: questo significò l’abbandono dell’incarico proprio da parte di Martini a cui la cessione ad un tale proprietario parve scandalosa. Dopo di lui, solo Luigi Capuana seppe garantire al Fanfulla della Domenica l’energia con cui era nato. Capuana, forte della sua esperienza giornalistica come cronista teatrale, prima a La Nazione di Firenze e poi per il Corriere della Sera, seppe arricchire il FdD di idee originali e sempre nuove ma il suo apporto fu di breve durata: l’autore lasciò per motivi di salute nell’agosto del 1883, dopo soli 16 mesi.

Comunicazione dell’abbandono di Martini
Comunicazione dell’abbandono di Martini. Fonte: Phaidra, Collezione Fanfulla della Domenica, anno 1882-4 n. 6, p. 1

L’efficacia del FdD continuò il suo declinare molto rapidamente se i critici segnalarono già nel 1885 che il settimanale aveva perso le sue caratteristiche di vivacità per acquisire sempre più un carattere accademico e ricercato. Al FdD mancò “il requisito indispensabile per un mezzo di comunicazione [...]: la percezione acuta e critica del tempo, la capacità di saper offrire oggi ciò di cui si parlerà domani e postdomani, sollecitando le coscienze, provocando scontro e scambi di opinioni.”

Il FdD rimase attivo per 40 anni ma come pubblicazione disimpegnata, nelle cui pagine gli autori si spostarono verso argomenti sempre più culturalmente eruditi, tralasciando e allontanandosi dalla cultura e dalla società contemporanee. Sempre più tradizionalista, incapace di nuocere alla politica e al dibattito culturale italiano, il Fanfulla della Domenica venne pubblicato fino al 1919, quando il 31 ottobre uscì il suo ultimo numero.

Nel corso dei suoi 40 anni di vita, il FdD ospitò autori come Giovanni Verga, Giosuè Carducci, Edmondo De Amicis, Arturo Graf, Gabriele D’Annunzio, citando solo i più celebri, e numerose furono anche le firme femminili che scrissero sulle sue pagine, tra cui si ricordano Grazia Deledda, Marchesa Colombi, Emma Perodi, Contessa Lara, Matilde Serao.

Giosuè Carducci
Giosuè Carducci. Fonte: Wikimedia Commons, CC-BY-SA-4.0
Gabriele D’Annunzio
Gabriele D’Annunzio. Fonte: Polona, Public Domain

Il Fanfulla della Domenica si occupò di critica letteraria presentando al pubblico italiano sia testi di autori italiani contemporanei e approfondimenti su testi antichi, sia traduzioni, approfondimenti e critiche relative ad autori stranieri, anche d’oltre Europa.
Carducci era stato invitato a pubblicare da Ferdinando Martini, che l’aveva conosciuto in giovane età, e scrisse per il supplemento per un paio di anni sia poesie sia prose.

D’Annunzio, invece, fu presentato per la prima volta come nuovo giovane poeta proprio nelle pagine del FdD nel maggio 1880 da Giuseppe Chiarini, fraterno amico di Carducci e di Enrico Nencioni, uno dei successivi direttori dello stesso supplemento. Sul FdD, D’annunzio pubblicò poesie e racconti e, nel 1882, esordì come critico letterario, pubblicando testi e prime analisi letterarie, anche della sua stessa opera.

Sommario con l'articolo di Emma Perodi
Sommario con l'articolo di Emma Perodi. Fonte: Phaidra, Collezione Fanfulla della Domenica, anno 1883-5 n. 33, p. 1
L’apporto femminile al supplemento iniziò limitatamente alla pubblicazione di racconti ma si sviluppò comprendendo negli anni anche contributi di critica letteraria, articoli storici e di costume. Le autrici femminili non scrissero soltanto di amore e di relazioni: Emma Perodi, ad esempio, oltre ai racconti, si occupò anche di biografie storiche, del passato e recenti, come quelle di Michelet e George Sand.

Nella collezione proposta sono stati digitalizzati fascicoli e annate ad integrazione dei numeri già consultabili online sul sito della Digiteca di Roma.

Per completare la digitalizzazione dell’opera manca ancora la digitalizzazione dell’annata 1891. In quell’anno, il FdD fu integrato nel quotidiano Fanfulla, riducendosi a 2 pagine interne al numero domenicale.

[Citazioni da Fanfulla della domenica, a cura di Antonia Arslan e Mariagrazia Raffele (Treviso, Canova, 1981)].

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