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Università degli Studi di Padova

PHAIDRA – Collezioni digitali



L'osservatorio astrofisico di Asiago



Il 27 maggio 1942 fu inaugurato l’Osservatorio Astrofisico sull’altipiano di Asiago. Si andò cosi a completare la tradizione astronomica dell’Ateneo di Padova, che già nel 1767 si era dotato di un osservatorio situato sulla torre massiccia eretta nel 1242 da Ezzelino da Romano a difesa del castello.

"Il concetto che Padova dovesse rimanere degna della sua tradizione galileiana portò Anti [Magnifico Rettore dell’Università di Padova dell’epoca, ndr.] e Silva [professore ordinario di astronomia e direttore dell’Osservatorio di Padova e Asiago, ndr.] allo studio della località adatta in luogo elevato, com’è l’altipiano di Asiago, per evitare gli strati atmosferici più bassi che sono di solito i più perturbati e meno trasparenti e a concretare i progetti per gli edifici e gli strumenti necessari ad un osservatorio astrofisico moderno [...] un osservatorio provveduto di quegli strumenti, che sono più atti alle ricerche moderne sulla fisica degli astri e perciò è detto «astrofisico»."

— Abetti 1942

I due edifici furono realizzati dall’ufficio tecnico del Consorzio per la sistemazione edilizia della R. Università di Padova, su disegno dell’architetto Daniele Calabi, mentre il telescopio e la cupola girevole furono realizzati dalle Officine Galileo.




La collezione contiene numerose foto che raccontano la genesi dell’Osservatorio, a partire dai modelli e disegni di progetto realizzati dall’architetto Daniele Calabi. L’Osservatorio è costituito da due edifici: la torre di osservazione, posta sul punto più alto del terreno, e un fabbricato destinato agli uffici e alle abitazioni degli astronomi.




Successivamente, vengono presentate le foto del cantiere dell’Osservatorio, realizzate dallo stesso Calabi. I due edifici “sono costruiti interamente in muratura di pietra grigio-rosata estratta dalle cave locali, con paramento a faccia vista, e corsi pressoché regolari” (Silva 1942).




Il telescopio fu costruito dalle Officine Galileo in concerto con una commissione tecnica dell’Ateneo di Padova. La scelta ricadde su un telescopio a specchio parabolico, poiché rispondeva all’esigenza di uno strumento universale che, con semplici trasformazioni e sostituzioni di accessori, permettesse molteplici sistemazioni, come quella detta “di Newton”, dove lo specchio di 122 cm viene accoppiato a uno specchio piano inclinato a 45 gradi sull'asse dello specchio parabolico, ottenendo così un fuoco di 600 cm, oppure quella detta “di Cassegrain”, dove uno specchio iperbolico convesso viene posizionato coassiale a quello parabolico, fornendo un fuoco di 1913 cm.
Venne adottata la montatura detta ‘all’inglese’, con il riflettore eccentrico rispetto all’asse orario.




La collezione è completata da fotografie scattate da studi fotografici abbastanza famosi in ambito locale e che documentano: la cerimonia di inaugurazione, i primi astronomi ad operare ad Asiago e parte della strumentazione di cui era stato attrezzato il telescopio, tra cui anche il particolare spettrografo a quattro camere e due prismi realizzato appositamente, che in un unico strumento, grazie alla sua configurazione, è come se racchiudesse in sé quattro spettrografi diversi, potendo cambiare la combinazione delle ottiche con pochi movimenti meccanici.




Bibliografia

Abetti, Giorgio. 1942. "Il Nuovo Osservatorio Della R. Università Di Padova Sull'Altipiano Di Asiago". Sapere XV (183/184): 331-333.

Giotti, Gino. 1942. "L'Ottica Del Telescopio". Notizie Per i Laboratori Scientifici E Industriali XX (2): 24-35.

Le Divelec, Gian Piero. 1942. "La Montatura Del Telescopio Da M. 1,25 Del R. Osservatorio Astrofisico Di Asiago". Notizie Per i Laboratori Scientifici E Industriali XX (2): 36-43.

Silva, Giovanni. 1942. "L'Osservatorio Astronomico Di Padova E L'Osservatorio Astrofisico Di Asiago". Notizie Per i Laboratori Scientifici E Industriali XX (2): 13-17.

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