Interview with Michele Di Stefano by Alessandra Sini
Descrizione
Ripercorrendo i momenti decisivi della sua eclettica formazione in campo coreografico, durante il primo lockdown in Italy MICHELE DI STEFANO si esprime in questa intervista con ALESSANDRA SINI sulle intuizioni, gli incontri e le sperimentazioni che lo hanno spinto a elaborare la propria personale pratica coreografica a partire dagli anni novanta del Novecento. L’emersione della processualità durante l’evento performativo è una caratteristica ricorrente nelle pratiche coreografiche di Di Stefano, che sostiene quanto la trasmissione sia un processo di creazione in tempo reale determinato anche dall’incontro con i performer. In questo processo si costituisce un (eco)sistema coreografico in cui si creano e si scambiano i saperi del corpo. Sollecitato a riflettere sui temi della memoria e dell’archivio il coreografo rivela il suo personale disinteresse per l’organizzazione e la gestione delle tracce della propria attività artistica per sottolineare come la ripresa di una sua creazione dipenda dalle possibilità di attualizzazione delle premesse che lo hanno originato e di quelle che definisce le “temperature” a suo tempo realizzate più che dalla riproposizione dei segni coreografici.
DOMANDE:
[00:00:18] Qual è la tua prima memoria personale legata alla danza che ha informato la tua poetica coreografica?
[00:06:42] Quando hai iniziato a definirti coreografo?
[00:13:27] Durante le tue pratiche di trasmissione, come ti riferisci alla tua esperienza di formazione?
[00:22:02] Che cosa pensi di aver dimenticato oppure perduto? C’è qualcosa che vorresti dimenticare della tua esperienza di formazione?
[00:27:13] Quali strumenti utilizzi per la realizzazione dei tuoi progetti coreografici?
[00:37:16] Le parole coreografia e pedagogia quali memorie ti sollecitano?
[00:40:04] Che tipo di saperi sono quelli che conservi nel tuo corpo? Vorresti dimenticare qualcosa?
[00:47:04] Quando riprendi una coreografia, che rapporto c’è fra trasmissione e memoria? Quali strumenti adotti per trasmettere di nuovo il tuo progetto?
[00:58:39] Pensi di aver costituito un tuo repertorio? Cosa intendi per repertorio?
[01:03:52] Dove collochi il tuo lavoro e quali sono le influenze e le affinità che pensi più riconoscibili?
[01:07:55] In che modo il tuo lavoro integra la storia e la memoria della danza?
[01:12:39] Fai una differenza tra storia e memoria della danza?
[01:13:57] Che rapporto hai con la conservazione della memoria: Hai organizzato un archivio del tuo processo creativo?
[01:18:17] Come disegneresti la mappa della memoria della danza contemporanea in questo momento?
[01:20:41] In che modo la presenza dello spettatore rientra nel tuo processo creativo?
[01:23:44] Come immagini possibile la continuazione della memoria del tuo lavoro?
Luogo/Tempo
Roma
18 aprile 2020
Formato
video/quicktime (688.16 MB PT1H24M46S)
Soggetto
• Coreografia ; Esperienza Performativa ; Materia Corporea ; Memoria ; Performer ; Ripresa ; Trasmissione ; Abbandono ; Cambiamento/Trasformazione ; Danza Americana Postmodern ; Disequilibrio ; Esperienza Performativa ; Letteratura Tedesca ; Poesia Europea (1920-1950) ; Teoria del Caos ; Osservazione/Percezione ; Pratiche Sciamaniche ; Presenza ; Punk ; Sguardo ; Sistemi Coreografici ; Accumulation With Talking ; Bermudas ; Costadavorio ; Early Works ; E-Ink ; Hamlet ; Il Giro Del Mondo in 80 Giorni ; Impressions D’Afrique ; L’apres midi d’un Faune ; On y tombe, on n’y tombe ; Opal Loop ; Parete Nord ; Real Madrid ; Robinson ; Set & Reset ; Shirtology ; Son of Gone Fishin’ ; Aterballetto ; Altroteatro (Compagnia) ; Jérôme Bel ; Trisha Brown ; Biagio Caravano ; Merce Cunningham ; Fabrizio Favale ; Kinkaleri ; Lucia Latour ; Roberta Mosca ; Vaslav Nijinsky ; Raffaello Sanzio ; Alessandra Sini (Sistemi Dinamici Altamente Instabili) ; Randy Warshaw ; Forsythe William ; Lisbon ; New York ; Salerno