Salta ai contenuti
Università degli Studi di Padova

PHAIDRA – Collezioni digitali



Valencia, Archivo de la Catedral, 173

Precedente nella collezione Torna alla collezione '' Successivo nella collezione
Anteprima dell'oggetto

Valencia, Archivo de la Catedral, 173

Descrizione

Descrizione
Il manoscritto membranaceo contiene solamente le decadi prima (ff. 1r-102v) e terza (ff. 103r-206v), vergate da un unico copista in littera textualis su due colonne con annotazioni e correzioni successive lungo i margini attribuite a Lorenzo Valla; nelle ultime carte è trascritto un trattato quattrocentesco di storia romana adespoto e acefalo, identificato con la “Romanae historiae brevis epitoma” di Pier Candido Decembrio. Questo codice apografo è un testimone di rilievo nella trasmissione testuale della famiglia Λ, in quanto costituito solo dalle decadi prima e terza ed estraneo al lavoro emendatorio condotto da Petrarca nell’ambiente di Avignone nel Trecento.

BIBLIOGRAFIA
- G. Billanovich, Petrarch and the Textual Tradition of Livy, “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes” 14, 1951, 137-208: 169, nt. 1
- G. Billanovich, Un altro Livio corretto dal Valla (Valenza, Biblioteca della Cattedrale, 173), “Italia medioevale e umanistica” 1, 1958, 265-275
-A. Borghi, La titolatura nel Livio della Biblioteca della Cattedrale di Valencia e nel Livio della Comunale di Bergamo, “ACME. Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano” 23, fasc. 1-2, 1970, 41-60
-A. Borghi, Il codice Valenciano della terza Deca di Tito Livio e la sua tradizione, “Rendiconti dell’Istituto Lombardo, Classe di Lettere, Scienze morali e storiche” 108, 1974, 803-818
-M. D. Reeve, The Third Decade of Livy in Italy: The Family of the Puteaneus, “Rivista di Filologia e Istruzione Classica” 115, 1987, 129-164: 157, nt. 2
-M. de Franchis, Livian Manuscript Tradition, in B. Mineo (ed.), A Companion to Livy, Chichester 2015, 3-23

Illustrazione
Il più antico testimone illustrato dell’opera liviana attualmente pervenuto è il ms. 173 dell’Archivio della Cattedrale di Valencia, che tramanda le decadi prima e terza. L’apparato decorativo del codice è costituito da iniziali figurate e da fregi ornamentali in corrispondenza della prima carta di ciascuna decade e numerose iniziali decorate all’inizio dei libri liviani. Nell’incipit della praefatio (f. 1r), l’iniziale F presenta la lupa che allatta i due gemelli Romolo e Remo mentre l’iniziale I che introduce la decade terza (f. 103r) è decorata dalla figura di un soldato che regge una lancia, collocato su un piedistallo all’interno di una struttura architettonica arcuata a più piani, forse identificabile con Annibale, uno dei protagonisti della seconda guerra punica narrata nella decade.
Il manoscritto liviano, ritenuto inizialmente di scuola bolognese (Billanovich 1958), è stato di recente attribuito al Maestro degli Antifonari di San Pietro e alla sua bottega attiva a Roma sul finire del Duecento (Simeoni 2021). L’apparato miniato dei frontespizi e delle iniziali, databile agli ultimi decenni del XIII secolo, presenta evidenti affinità stilistiche con quello degli antifonari tardoduecenteschi realizzati per i canonici della Basilica di San Pietro a Roma (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica, Capp. Giulia XVI.1, XIV.4 e XIV.5) (Manzari 2016). Il miniatore e la sua bottega risentono di una cultura artistica composita che si riscontra anche nel manoscritto liviano, in cui la forte componente bolognese, evidente soprattutto nella decorazione, viene filtrata attraverso la conoscenza della miniatura umbra, toscana e abruzzese.
Non ci sono notizie attendibili per quanto riguarda la committenza del Livio di Valencia. Il codice si presenta come un oggetto di pregio con un apparato illustrativo di buona qualità che con grande probabilità è stato realizzato per volontà di un facoltoso committente legato all’ambito ecclesiastico della curia romana.

BIBLIOGRAFIA
-E. Olmos Canalda, Códices de la Catedral de Valencia, Madrid 1943, 129-130
-L. Rubio Fernández, Catálogo de los manuscritos clásicos latinos existentes en España, Madrid 1984, 581, cat. n. 708
-F. Manzari, Presenze di miniatori e codici miniati nella Roma del Trecento, in S. Maddalo – E. Ponzi (a cura di), Il libro miniato a Roma nel Duecento. Riflessioni e proposte, I, (Nuovi studi storici 100) Roma 2016, 615-646
-G. Simeoni, Le Decadi di Tito Livio nel Medioevo: alcune novità per i primi manoscritti miniati, “Rivista di storia della miniatura” 25, 2021, 74-84


Descrizione delle miniature
-f. 1r: iniziale F con la Lupa e i gemelli Romolo e Remo (Liv. I, 4)
-f. 103r: iniziale I con figura di soldato (Annibale?)

manoscritto

Luogo/Tempo


1280-1300
Roma

Formato


image/jpeg (2.60 MB)
manoscritto (altezza: 210 mm, larghezza: 275 mm)

Soggetto


• Tito Livio; prima decade; totuslivius
• Dewey Decimal Classification -- Literature & rhetoric (800) -- Italic literatures; Latin literature (870)

Lingua:

Latino

Diritti:

© Tutti i diritti riservati