Fototeca del Consorzio per la sistemazione edilizia per l'Università di Padova
Presso l'Archivio Generale dell'Università degli Studi di Padova è conservato, tra i diversi fondi che ne documentano l'attività nei secoli, l'archivio dei Consorzi edilizi, che a partire dal 1903 ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo edilizio dell'Ateneo, al servizio della didattica e della ricerca. Oltre ai numerosissimi documenti, è presente una significativa raccolta fotografica. Grazie alla digitalizzazione di una parte di questo materiale si offre la possibilità di vedere una ricca galleria di immagini che completano i documenti amministrativi e tecnici, illustrando “efficacemente le fasi della complessa operazione architettonica e decorativa, messa in atto nel decennio precedente la seconda guerra mondiale e nei primi anni di questa, da un ente pubblico di grande rilievo e prestigioso come l'Ateneo patavino..."1.
La collezione di fotografie dell'Archivio dei Consorzi è infatti preziosa testimonianza della fervida stagione di lavori che ha impegnato l'Università degli Studi di Padova, sotto il rettorato di Carlo Anti, nei primi anni del IV Consorzio per la sistemazione edilizia della Regia Università di Padova (1933–1943).
Oltre alla commissione di opere di abbellimento artistico, affreschi, sculture, tele, oggi parte del patrimonio storico-artistico dell'Ateneo, furono avviati rilevanti lavori edilizi, dalla profonda ristrutturazione di Palazzo Bo all'edificazione di Palazzo Liviano, destinato a sede della Facoltà di Lettere e Filosofia.
L'interesse del tutto peculiare della collezione fotografica, che spazia per un arco di tempo lungo un ventennio – dal 1925 fino al 1943 – cruciale per la politica, la vita sociale e culturale italiane, consiste nella estrema eterogeneità dei documenti, capaci di testimoniare efficacemente le diverse fasi degli interventi presso Palazzo Bo e Palazzo Liviano.
La sede trecentesca dell'Università, Palazzo Bo, dopo una serie di acquisizioni ottocentesche, venne rinnovata dapprima con la realizzazione negli anni Venti di un nuovo ampliamento da parte di Guido Fondelli. In seguito, sotto il rettorato di Carlo Anti, venne profondamente ristrutturata con la realizzazione del Cortile Nuovo (architetto Ettore Fagiuoli) e la riorganizzazione organica del complesso, per cui venne incaricato l'architetto e designer milanese Gio Ponti.
Il palazzo Liviano venne edificato ancora su progetto di Ponti tra il 1937 e il 1939 ed è oggi considerato uno dei maggiori risultati dello sviluppo edilizio dell'Ateneo nella prima metà del Novecento, nonché un modello dell'architettura razionalista italiana.
Le fotografie relative alla situazione pregressa ai due interventi forniscono, da un lato, importante documentazione sui rinvenimenti archeologici derivati dagli scavi, come lo scoprimento del Ponte di San Lorenzo in occasione dei lavori a Palazzo Bo del 1938.
Dall'altro illustra la situazione urbanistica in cui le nuove edificazioni si inserirono, rendendo percepibile la complessità delle scelte progettuali spettanti a Gio Ponti, incaricato di realizzare il nuovo istituto universitario di Palazzo Liviano entro un delicato contesto di architettura urbana, comprendente tra l'altro la trecentesca Sala "dei Giganti", poi inglobata nel complesso.
Le immagini offrono anche interessati spaccati sulle adiacenze, come le botteghe presenti lungo la facciata esterna del Bo, o curiosi dettagli di costume, quali le bancarelle del mercato in Piazza Capitaniato, e la serie di casette e botteghe poi demolite per lasciar posto al Liviano.
La serie di fotografie relative ai lavori permette un riscontro visivo delle soluzioni edilizie adottate e documenta eventuali ripensamenti in corso d'opera.
È il caso dello zoccolo dell'atrio del Liviano, dove ancora oggi spiccano gli affreschi di Massimo Campigli e la massiccia mole della scultura di Arturo Martini raffigurante lo storico Tito Livio, cui l'edificio è intitolato; zoccolo che le immagini mostrano dapprima realizzato in tinta unita con lungo fregio recante un passo di Livio, quindi per breve tempo completato ad affresco fino a terra con un motivo di massi.
Di rilievo, anche in prospettiva conservativa, le informazioni desumibili sugli arredi e le opere d'arte appena realizzate, sia in relazione ai colori originali sia ai materiali impiegati: si vedano i dettagli del mobilio minuziosamente progettato da Ponti per gli ambienti del Rettorato o dei dipinti appena ultimati da Filippo De Pisis, Achille Funi, Ferrucci Ferrazzi, Giuseppe Santomaso e Gino Severini, dallo stesso architetto chiamati a decorare gli ambienti di Palazzo Bo.
Non di minor conto le testimonianze riguardanti la collocazione originaria di alcuni lavori poi diversamente sistemati: si pensi al caso della Minerva di Paolo Boldrin, inizialmente situata nell'Atrio degli Eroi di fronte allo scalone pontiano che sale al Rettorato; o al portone di Gaetano Orsolini (1922), che le fotografie documentano nel sito originale a chiusura dell'accesso al Cortile Antico, da cui fu spostato in seguito alla costruzione della nuova ala del palazzo; e ancora, agli elementi distintivi del regime, rimossi con l'avvento del governo repubblicano.
Apprezzabili anche per il loro valore estetico, le fotografie della collezione rappresentano dunque un valido strumento di studio e ricerca su un ventennio cruciale nella storia dell'Ateneo patavino, offrendo l'opportunità di nuovi importanti approfondimenti.
Bibliografia di riferimento
1 – Anti. Archeologia. Archivi, a cura di I. Favaretto, F. Ghedini, P. Zanovello, E.M. Ciampini, Venezia 2019.
2 – Carlo Anti, Giornate di studio nel centenario della nascita, Verona-Padova-Venezia, 6–8 marzo 1990, Trieste 1992.
3 – Il miraggio della concordia. Documenti sull'architettura e la decorazione del Bo e del Liviano: Padova 1933–1943, a cura di M. Nezzo, Vicenza 2008.
4 – Pittori di Muraglie. Tra committenti e artisti all'Università di Padova 1937-1943, Catalogo della Mostra, Padova, Centro di Ateneo per i Musei, 25 marzo–28 maggio 2006, a cura di I. Colpo, P. Valgimigli, Treviso 2006.