Pergamene dall'archivio di S. Maria delle Carceri
La miscellanea di 30 pergamene sciolte appartenute all’archivio di S. Maria delle Carceri, monastero di canonici agostiniani legato alla dinastia dei marchesi d’Este, è parte di un fondo pergamenaceo pervenuto alla cattedra di Paleografia dell’omonimo Istituto dell’Università di Padova agli inizi del ‘900, fondo oggi conservato nel Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità, presso la Biblioteca di Storia.
La raccolta rappresenta una piccola parte di un unico archivio parzialmente disperso in seguito all’incameramento dell’abbazia camaldolese da parte della Repubblica di Venezia nel 1690 in accordo con il papa Alessandro VIII e successiva vendita all’incanto allo scopo di finanziare le guerre contro i Turchi.
La documentazione, testimonianza importante per la storia territoriale e per la toponomastica medioevale, è relativa alle controversie sulla titolarità delle decime dell’antica Scodosia, porzione sud-occidentale della provincia di Padova, nel periodo compreso tra il 1199 e il 1236.
Il progetto integra e completa il percorso didattico iniziato alla fine degli anni Novanta dai docenti del corso di Paleografia dell’Università degli Studi di Padova, che ha portato nel 2001 alla pubblicazione del volume “Le pergamene del Dipartimento di Storia dell’Università di Padova: 1199-1236”.
Il progetto si è svolto principalmente in 5 fasi:
- Ricognizione e verifica dello stato di conservazione
- Restauro
- Digitalizzazione
- Definizione dei metadati
- Archiviazione in Phaidra e pubblicazione in linea
1. Ricognizione e verifica dello stato di conservazione
La ricognizione del materiale ha confermato la necessità di un intervento di restauro preliminare alla digitalizzazione: le pergamene infatti si presentavano fortemente disidratate e arrotolate, condizioni che avrebbero potuto pregiudicare il risultato finale della digitalizzazione, se non addirittura la loro integrità durante le scansioni.
2. Restauro
Dopo aver espletato l’iter burocratico previsto per il trattamento dei materiali archivistici secondo la normativa vigente ed ottenuto l’autorizzazione a procedere dalla Soprintendenza Archivistica del Veneto, le pergamene sono state restaurate in un mese circa di lavoro, a cui è seguito il collaudo con esito positivo da parte della stessa Soprintendenza.
3. Digitalizzazione
Data la delicatezza e le dimensioni del materiale, per garantire la tutela e al tempo stesso la qualità del prodotto finale, la digitalizzazione è stata fatta in outsourcing.
La digitalizzazione a colori e recto-verso per ogni documento è stata fatta con uno scanner planetario per grandi formati (A1) all’interno dei locali della Biblioteca di Storia per garantire la massima tutela del materiale ed il minimo spostamento.
4. Definizione dei metadati
Per la descrizione degli oggetti in Phaidra si è proceduto all’individuazione dei metadati mediante una fase preliminare di studio di alcune digitalizzazioni condotte presso altri enti pubblici italiani.
Dopo la mappatura dei metadati fra database archivistici e Phaidra, si è proceduto alla selezione delle informazioni per ciascun documento, ricavandole dal volume già citato e adeguandole alla struttura di Phaidra, sentito il parere del responsabile scientifico del progetto.
5. Archiviazione in Phaidra e pubblicazione in linea
Per l’archiviazione in Phaidra, si sono scelti i file JPEG a 300 DPI per tutti i formati, per garantire una migliore leggibilità.
Per ogni documento sono presenti le immagini del recto e del verso.
La creazione degli oggetti è avvenuta in house, manualmente.
Per ogni pergamena sono stati creati due oggetti corrispondenti l’uno al recto, l’altro al verso della stessa, collegati fra loro mediante la relazione “fronte/retro così da ricreare virtualmente l’unità del documento.
La collezione mediante un link rimanda al record della pubblicazione a stampa presente in catalogo e, allo stesso tempo, il record del volume in catalogo rinvia a Phaidra.
Collegamenti
Il progetto di digitalizzazione della Miscellanea di pergamene sciolte appartenute all’archivio di Santa Maria delle Carceri – a cura di Eva Carraro e Anna Muffato