Salta ai contenuti
Università degli Studi di Padova

PHAIDRA – Collezioni digitali



Teatro del mondo: l’atlante nelle collezioni della Biblioteca di Geografia

Si può dire che, privilegiando il viaggio “virtuale” su quello reale, un po’ come succede oggi con la “navigazione” su internet, i primi atlanti geografici cominciarono a sviluppare un interesse per la scoperta reale dei luoghi, offrendo però uno sguardo, un viatico, destinato a influenzare la curiosità e gli itinerari dei futuri viaggiatori.
— Mangani, 2007


Quella istituita dall’Università di Padova nel 1872 fu la prima cattedra di Geografia in Italia. L’imponente patrimonio cartografico e bibliografico accumulato dalla Biblioteca in 140 anni di vita accademica è di grande valore scientifico, ma non sempre di facile accesso – per ovvi motivi riguardanti la conservazione e la sicurezza. Si è deciso così di mettere a disposizione degli studiosi la versione digitale di una parte delle collezioni di pregio della Biblioteca, adottando nel contempo il principio della piena fruibilità dei documenti pubblicati. Il materiale digitalizzato infatti è visualizzabile e scaricabile alla massima risoluzione, in modo da costituire un efficace supporto alla ricerca accademica e non un mero indice di “anteprime” di mappe.

Teatro del mondo è il primo frutto di questo programma e intende innanzitutto ripercorrere l’evoluzione dell’atlante geografico nella cultura occidentale, dal tardo Rinascimento fino alla prima metà del XX secolo. Non a caso il nome di questa collezione deriva da quel Theatrum Orbis Terrarum di Abramo Ortelio, pubblicato ad Anversa nel 1570, che viene considerato il primo atlante in senso moderno. Per la prima volta infatti le tavole hanno tutte la stessa dimensione, omogeneità di scrittura, impostazione analoga di punti cardinali mentre il reticolato geografico parte sempre dallo stesso meridiano iniziale (Messina, 1991). Del Theatrum la Biblioteca possiede la cosiddetta Edizione Lovisa (Venezia, 1724), una versione tascabile tarda che dà comunque un’idea chiara della cesura rappresentata da Ortelio rispetto alla cartografia medioevale, come quella utilizzata per il Mappamondo Borgiano. Una cartografia interessata più a rappresentare concetti simbolico-religiosi che ad eseguire misurazioni geografiche ed astronomiche.


Mappamondo Borgiano (1430 circa)

La lezione del Theatrum si tradurrà nella pubblicazione di atlanti sempre più sofisticati e precisi, come il Santini (Venezia 1776) e i quattro volumi di Antonio Zatta (Venezia 1785). Per arrivare nel secolo successivo alla grande opera dedicata all’Italia da Attilio Zuccagni Orlandini (1844): cinque volumi di cui ben tre dedicati alla “illustrazione” delle carte attraverso stampe dei monumenti antichi, medioevali e moderni della Penisola. O all’Atlante di Geografia universale di Naymiller e Allodi (1864), con le sue magnifiche illustrazioni dei luoghi e dei dati statistici. Ma continuerà nello stesso tempo la pubblicazione di atlanti da viaggio, come il Nuovo Atlante portatile del Bassaglia (Venezia 1777): più maneggevoli e in grado di rispondere nel modo più veloce alle curiosità estemporanee del viaggiatore.


Prospetto comparativo della lunghezza del corso dei principali fiumi e altezza delle principali cascate della Terra. (Naymiller 1864)

Con le carte dedicate alle esplorazioni dell’Africa Equatoriale nella seconda metà del XIX secolo, poi, si ha come l’impressione che l’atlante nasca sotto i nostri occhi, in tempo reale – attraverso il disegno dei percorsi degli esploratori e le loro note prese al volo. Mentre il fiorire degli studi filologici e archeologici porterà alla creazione di atlanti del mondo antico sempre più importanti per lo studio delle civiltà classiche – come le tavole eseguite da Karl Otfried Müller.

Una parte della collezione riguarda nello specifico l’area veneta, come apporto al progetto regionale Atlante Veneto: un progetto di ricognizione dei documenti di interesse geografico e vedutistico presenti nelle biblioteche del Veneto, avviato dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche.


Foglio n° 1 de La Gran Carta del Padovano di Rizzi Zannoni (1780): mappa della città di Padova

Per la prima volta è stata pubblicata in rete ad alta risoluzione la Gran Carta del Padovano di Antonio Rizzi Zannoni (1780), cartografo e astronomo padovano riconosciuto come una delle figure centrali della cartografia europea del Settecento. E a seguire le raccolte di carte idrografiche e amministrative della provincia di Padova, del Veneto e della Laguna di Venezia. A questa in particolare sono dedicati i tre Atlanti pubblicati all’interno di un’opera in più volumi, coordinata da Giovanni Magrini, e costituiti da oltre settanta mappe topografiche della Laguna incise nel corso del XIX secolo. Di grande interesse per gli studi ambientali anche le carte costiere dell’Alto Adriatico, spesso arricchite da vedute della costa e con l’indicazione di manufatti non più esistenti.

Tutti gli esemplari fisici sono catalogati in SBN. Dal Catalogo del Sistema bibliotecario padovano è possibile avere un accesso diretto alla copia digitalizzata in Phaidra tramite un link.

Bibliografia

MANGANI, G. Introduzione alla riedizione del Teatro del mondo di Abramo Ortelio (Venezia 1724); suppl. a “L’Universo”, IGM (Firenze) n. 6, 2007.

MESSINA, R. Bibliotheca Geographica: catalogo. Comune di Rieti, 1991.

Sfoglia collezione »
Tutte le collezioni »