PHAIDRA – Collezioni digitali

Tavola tratta da: Piante del R. Orto di Padova

Cereus phyllantoides Dec.
(= Nopalxochia phyllantoides Britt. & Rose)
Cactaceae
FILLOCACTUS

La pianta è stata "scoperta" dal famoso naturalista e geografo Alexander von Humboldt (1769-1859) nell'aprile del 1801, durante il suo lungo viaggio nell'America meridionale e centrale; il binomio riportato è stato pubblicato nel 1828, autore il botanico svizzero August Pyramus de Candolle. Questa tavola testimonia che il prefetto Giuseppe Antonio Bonato per le piante "grasse" deve aver avuto un'attenzione particolare se due delle sette serre che fece costruire ne 1807 furono a esse riservate: per la precisione una fu riservata alle "piante grasse" e l'altra alle "Cactee".
Partita dal genere Cactus, nelle opere linneane, è passata attraverso i generi Cereus e Phyllocactus. Recentemente è approdata nel genere Nopalxochia, che comprende quattro specie di cactus perenni che vivono da epifite, cioè appoggiate sugli alberi, nelle foreste del Messico meridionale e dell'America centrale. Il nome deriva dall'antica parola messicana nopalxochiqueztaltiquizi che significa "cactus con fiori scarlatti", mentre l'aggettivo specifico phyllantoides è rimasto quello ideato da A. P. de Candolle e allude alle "foglie" che portano i fiori. In realtà non sono le foglie, ma i rami appiattiti, dall'aspetto di foglie, a portare i fiori, come ben mostra la figura: questa pianta è una cactacea, non produce foglie. Può essere alta una quarantina di centimetri e sul bordo dei rami appiattiti presenta fiori rosei, non profumati, campanulato-imbutiformi, lunghi 7-8 cm, che si aprono di giorno. Da questa, come dalle altre specie, sono state create diverse cultivar che si trovano comunemente sul mercato per coltura in vaso.

tempera su carta