PHAIDRA – Collezioni digitali

Tavola tratta da: Piante del R. Orto di Padova

Haemanthus puniceus L.
[= Scadoxus puniceus (L.) Friis & Nordal]
Amaryllidaceae
emanto

E' una bulbosa erbacea munita di una rosetta basale di foglie, ristrette alla base, lunghe fino a 30 cm, con bordi ondulati e di un bel verde brillante. I fiori, la cui struttura è evidenziata nel dettaglio della tavola, sono piccoli, ma molto numerosi a formare una ricca e appariscente ombrella alla quale la sporgenza degli stami e dello stilo fanno assumere l'aspetto di un grosso pennello. L'infiorescenza presenta alla base una spata di colore marrone suddivisa in più parti ed è portata da un grosso scapo nudo, alto fino a 50 cm. La sua coltivazione richiede qualche attenzione: nelle regioni più fredde durante l'inverno deve essere riparata in serra, senza annaffiare per permettere alla pianta quel riposo che le assicurerà la bella fioritura nella successiva primavera-estate. Da recenti studi farmacologici questa pianta, già usata localmente per le sue proprietà medicinali, risulta ricca di alcaloidi fortemente tossici, il cui uso non controllato può essere letale.
Nel 1722 era coltivata in Inghilterra dal dottor James Sherard, (1666-1738), botanico e "apotecario", famoso per i suoi giardini di Eltham, a sud di Greenwich, dove coltivava con competenza e passione molte piante rare. In Italia nel giardino di Filippo Re (1763-1817), professore all'Università di Bologna e poi di Modena, alla fine del '700 erano coltivate sette specie di Emanto. È probabile che l'Orto di Padova abbia avuto da lui la pianta raffigurata, presente anche nel catalogo manoscritto del prefetto Giuseppe Antonio Bonato del 1801. Della corrispondenza e degli scambi di piante tra i due botanici è rimasta, nell'archivio della Biblioteca dell'Orto, una sola lettera di Re al prefetto che nella sua biblioteca peraltro teneva dieci opere dell'illustre collega.

tempera su carta